Il rilancio di Alitalia in 3 mosse.
In questi giorni non si fa altro che parlare di Alitalia e dell’ennesimo piano di salvataggio. Non l’avevo mai fatto, ma per curiosità sono andato a cercare qualche dato per capire come stesse veramente la situazione e quello che ho trovato mi ha fatto riflettere.
Prima cosa strana che ho trovato, o meglio che NON ho trovato: Alitalia sono 3 anni che non deposita il bilancio. E già questo, considerando che sta in piedi con i soldi pubblici è piuttosto strano non credete anche voi?
Inoltre come fa notare anche il Sole24Ore (https://www.ilsole24ore.com/art/alitalia-vola-profondo-rosso-600-milioni-perdite-2019-ACvTQp0) si stimano perdite negli ultimi 2 anni di oltre 1 miliardo di euro. Sottolineo, solo negli ultimi 2 anni.
Cercando meglio però sono riuscito a trovare una relazione ufficiale del febbraio 2017, in cui si fa riferimento ad un finanziamento di Etihad da dove si evince che il patrimonio netto della compagnia di bandiera era già all’epoca in passivo di oltre 100 milioni di euro e che la posizione finanziaria netta era in rosso di oltre 1 miliardo di euro.
Per i non addetti ai lavori, la posizione finanziaria netta di un’azienda è la somma delle sue disponibilità di cassa, dei crediti da incassare e dei debiti da pagare, posizione quindi inevitabilmente compromessa perché in rosso di oltre 2 miliardi euro.
Attenzione! Alitalia è un’azienda che fattura circa 3 miliardi di euro, non è la Apple o Google dove si parla di fatturati stimati in centinaia di miliardi.
Ma voglio riportare questo ragionamento a numeri che magari sono più vicini alle nostre realtà.
Facciamo l’esempio di un’azienda che fattura 3 milioni di euro l’anno, che però perde ben 500.000 euro l’anno, dove inoltre la somma di debiti e crediti sfiora i 2 milioni di euro .
Siete arrivati alla mia stessa conclusione?
Quest’azienda sarebbe a tutti gli effetti un’azienda morta!
Un’ azienda privata infatti non ha lo Stato che interviene con un prestito ponte di 500.000 euro all’anno e che al bisogno allunga la scadenza di rimborso.
L’imprenditore di una qualsiasi PMI in uno scenario simile a questo sarebbe costretto a portare i libri in tribunale prendendosi la responsabilità di non aver fatto bene il proprio mestiere consapevole di aver applicato un modello non produttivo.
Alitalia avrebbe bisogno di una drastica ed efficace inversione di marcia, ma quello che vedo io è che con quest’ennesima operazione, un altro miliardo di euro di soldi pubblici verranno fatti defluire in quello che ravvedo come “un pozzo senza fondo” e tutto a discapito della crescita di altre aziende italiane sane.
Purtroppo devo dirlo, credo che questo piano di salvataggio sarà l’ennesimo buco nell’acqua, non è mettendo soldi e lasciando commissari straordinari ad amministrare un’azienda come Alitalia che si potrà salvare la compagnia di bandiera dal baratro.
Va fatto un cambio radicale del modello di Business, come fece Marchionne con la Fiat per intenderci, trasformando un’ azienda sull’orlo del baratro nel baricentro di una multinazionale.
Ovviamente non ho così tanta esperienza manageriale per candidarmi alla guida di Alitalia, lontano da me questo pensiero, ma di certo, potendo dire la mia, sono certo che un paio di cartucce sarei in grado di spararle.
Quali? Vediamole insieme.
Secondo me ci sono 3 cose che l’azienda potrebbe fare:
- Tagliare almeno il 50% delle tratte attualmente in uso
Si stima che Alitalia perda 16€ per ogni passeggero imbarcato, questo perché molti aerei sono pressoché semivuoti, cosa che posso confermare anche per esperienza personale. (https://www.corriere.it/cronache/19_maggio_19/alitalia-16-euro-persi-ogni-passeggero-trasportato-1d6340d2-7971-11e9-84cc-19261c23ea92.shtml)
- Trasformare il suo servizio in uno di super high level.
Viaggiare con Alitalia dovrebbe costare 5 volte quello che costa oggi, fornendo un servizio a 7 stelle rivolto ad un pubblico più ristretto ma con maggiori possibilità economiche
- Fornire il servizio pasti a tutte le compagnie del mondo.
A quanti di voi è capitato di imbattersi in compagnie aeree straniere e consumare un pasto a dir poco tremendo. Pensate se , a prescindere dalla compagnia aerea, in una tratta di lunga o media percorrenza si potesse scegliere di consumare un pasto normale oppure “un pasto Alitalia”.
Diciamolo chiaramente in tutto il mondo ci conoscono per il nostro cibo e la nostra cultura, perché allora non fare in modo che tutti i passeggeri del mondo a bordo di un aereo possono usufruire dell’eccellenza Italiana?
Lo so, l’ho sparata grossa, ma quando un’azienda va male, non è continuando a fare le stesse cose che si potranno raggiungere risultati migliori.
Sono convinto che il ragionare completamente fuori dagli schemi sia l’unica vera strada percorribile per arrivare a soluzioni legati a problemi apparentemente insormontabili.
Ti lascio al video che ho pubblicato sull’argomento,